Qualche giorno fa, esattamente il 7 febbraio, erano 4 anni esatti che, in una giornata molto molto piovosa, ho portato a casa un piccolo e puzzolentissimo Astor. Eh si puzzolente lo era sul serio! L’ho preso che aveva 3 mesi e mezzo da un pastore, con coppia di pastori belga (i genitori di Astor) e un gregge di pecore al seguito. Astor era l’ultimo rimasto di una cucciolata di 3 cagnolini!
Ci andai il giorno prima a vederlo e, a dirvela tutta, non avevo idea di quello che avrei trovato o visto. Le foto di questo giuggiolo dallo sguardo birichino, un pezzo di corda (ma proprio una corda di quelle in iuta marrone!), e le orecchie all’ingiù le avevo ben viste, studiate e ristudiate come solo una persona che aspetta il cane da una vita potrebbe fare. Ma la verità è che tra il vedere delle foto e il dire “si è lui”, bè ce ne passa! Soprattutto per persone riflessive a volte fino all’esasperazione come me!
E così il 6 febbraio sono partita alla volta di Asolo con la mia macchinina e il cuore emozionato. Probabilmente anche con le gambe che tremavano un pò. E li ho visto Astor che era davvero piccolo e tutto nero, come un piccolo spazzacamino visto che era anche ben impolverato. Devo dire che l’imprinting del mio futuro cane avrei potuto capirlo subito vedendo come stava crescendo: allo stato brado! Mi viene sempre da ridere se penso a quella mascherina senza legami ne obblighi e la confronto con quello che è oggi Astor…uno spirito
libero che non vuole essere costretto a fare quello che non vuole fare, un cucciolone sempre pronto a starsene da solo a fare le sue cose (e non importa se tu sei da 10 minuti che lo aspetti al limitare del bosco e ti chiedi dove cavolo è andato?), sempre pronto per cominciare una zuffa con qualche altro cane proprio come un adolescente e sempre sull’attenti quando si parla di palline o bastoni. Indipendente, sognatore, un po’ anarchico, ma tanto socievole. Un tipo da spritzetti lo chiamo, un compagnone con cui farne di cotte e di crude.
E quindi quel giorno mi prese quel ronzio in testa che dice “oddio. Ci siamo. Un cane. Lo prendo?Non lo prendo? E’ lui? non è lui?” Ci penso! ho detto al pastore!
Poi sono tornata come dicevo sotto l’acquazzone il giorno dopo.
Con Astor da quel giorno ci sono cresciuta insieme. I primi mercati, il primo laboratorio, il secondo laboratorio, il primo furgone, le stagioni di lavoro, il primo appartamento, il secondo camper, la vita in camper. Nel frattempo poi è arrivato Darcy, quindi nuove dinamiche da affrontare. Insomma una vita insieme e piena di emozioni. In tutte queste avventure non avendo un giardino mio e fidandomi di pochissime persone a cui lasciarlo, io e Astor siamo sempre stati insieme, h24. Tant’è che siamo talmente in sintonia che se mi ammalo lui si ammala nel giro di un giorno. Ma grazie a questa sintonia io posso fidarmi ciecamente del mio cane, capisco subito cos’ha, cosa vuole, di cosa ha bisogno. Capisco quando posso lasciarlo libero e quando no, capisco quando sta per attaccare o quando è nella sua fase giuggiolone coccolone. Capisco fin dove posso spingere le mie richieste e quando fermarmi.
Che avventura, ma così Astor è diventato parte integrante del branco, con le sue caratteristiche che lo rendono così diverso da me e da Darcy.
I momenti più belli quando hai un cane? Tralasciando l’arrivo a casa, che quella è una botta adrenalinica non indifferente, i momenti più intensi sono quando sei ad addestramento e il tuo cucciolo risponde perfettamente al “vieni!”, lì ti senti un tutt’uno con lui; quando lui è a farsi le sue snasatine in giro oppure è insieme ad altri cani o esseri umani e ogni tanto ti manda uno sguardo come a dire “oh ci sei vero? quando vuoi dimmi, che qui ci si diverte a bomba, ma arrivo subito!”; quando ti sveglia alla mattina mettendosi a chiocciola nell’incavo delle gambe; alla sera quando si tirano le somme della giornata e ci prendiamo qualche momento per stare li in silenzio semplicemente; quando si va al mare alla mattina presto e si nuota uno al fianco dell’altra; quando nei giorni di lavoro lui sta li, senza battere ciglio ad aspettare che tu finisca.
Si Astor è un cane eccezionale ma..quale cane non lo è? Ognuno è diverso e ha delle caratteristiche uniche che solo vivendolo e rispettandolo è possibile apprezzare in pieno. E questo significa trattare il cane come un essere vivente, per carità meno complesso di noi (grazie al cielo) ma con la stessa piccola pallina di luce che fa vivere tutti. Perché considerare un cane meno di noi? Non ha alcun senso. Lui respira, prova emozioni, ha bisogni esattamente come noi, solo che sono a misura di cane. E’ come fare una proporzione:
umano : emozioni, bisogni, sensazioni da umano=cane : emozioni, bisogni, sensazioni da cane
Siamo diversi eppure uguali.